(ANSA) - NAPOLI, 15 DIC - La Campania si conferma terra di
grandi affari per l'ecomafia: maglia nera nella classifica dell'
illegalità ambientale, nel ciclo illegale dei rifiuti e del
cemento e per corruzione ambientale. Con la provincia di
Avellino prima in Italia nel cemento illegale e la provincia di
Napoli seconda in quella della rifiuti connection. A fare il
punto con dati e storie è il nuovo Rapporto Ecomafia 2022, il
caso Campania di Legambiente .
Nel 2021 in Campania i reati contro l'ambiente sono stati 4.149
(13,6% del totale nazionale), ma con una significativa riduzione
rispetto al 2020, quando erano stati ben 5.457. Il "primato"
riguarda anche le persone denunciate (3.790), quelle arrestate
(73) e i sequestri (1.688). A livello provinciale primato a
quella di Napoli, terza in Italia, con 1058 reati accertati,
1240 persone denunciate, 45 arrestate e 850 sequestri. Segue
Salerno con 836 illeciti ambientali, 646 persone denunciate, 3
arresti e 233 sequestri.
Nel 2021 le forze dell'ordine hanno applicato in Campania per
ben 225 volte i delitti contro l'ambiente, portando alla
denuncia di 276 persone fisiche e all'arresto di 35 soggetti,
con il corollario di 108 beni posti sotto sequestro per un
valore complessivo di oltre 112 milioni di euro. Numeri che
fanno della Campania anche in questa classifica il leader
nazionale. Intanto, a marzo di quest'anno, il Tribunale di
Napoli ha emesso la sentenza di condanna - con pene fino sei
anni di reclusione, oltre alla confisca di veicoli e natanti e
al pagamento delle spese processuali - per la pesca e la
commercializzazione illegale dei datteri di mare nei confronti
di due distinte famiglie di datterari, attive nelle aree di
Napoli, della penisola sorrentina e dell'Isola di Capri. In
tutto sono 19 le misure cautelari adottate nei confronti di
soggetti che per circa vent'anni hanno saccheggiato i fondali
alla ricerca dei datteri, provocando enormi danni all'ecosistema
marino. Nel processo è stato inoltre riconosciuto il diritto
delle parti civili, tra cui Legambiente Campania.
"Il quadro che emerge dal Rapporto Ecomafia 2022 - commenta
Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania- continua
a essere preoccupante. La scorsa legislatura è stata, per molti
versi, deludente. Si è caratterizzata per una novità normativa
importante, come l'inserimento dei delitti contro il patrimonio
culturale e per l'approvazione dell'emendamento sul ruolo dei
prefetti nell'abbattimento degli ecomostri "storici" e non
demoliti dai comuni, poi vanificato, però, da una circolare
emanata dal ministero dell'Interno. Ma quasi tutte le proposte
puntuali fatte dalla nostra associazione sull'inasprimento delle
pene per alcuni reati gravi, ancora di natura contravvenzionale
secondo la normativa italiana vigente, o quelle sul
potenziamento del sistema dei controlli ambientali pubblici del
Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente, non sono
state fatte proprie dal legislatore. E' necessario una scatto in
avanti ora più che mai visto che sono stati assegnati i primi
finanziamenti dei bandi del PNRR, molti altri ne verranno
aggiudicati nel prossimo futuro, e presto si apriranno i tanti
cantieri dell'agognata transizione ecologica".
Anche nel ciclo dei rifiuti è la Campania con 1.629 reati, quasi
un quarto di quanto verbalizzato in tutto il paese, a guidare la
classifica degli illeciti accertati nel 2021. Sono state 1.696
le persone denunciate, 62 gli arresti e ben 985 i sequestri. La
Provincia di Napoli con 394 reati accertati si piazza al secondo
posto a livello nazionale, Caserta al quarto posto con 235 reati
seguita da Salerno con 228. (ANSA).
Ecomafie, la Campania resta maglia nera d'Italia
I dati del dossier annuale di Legambiente
