(ANSA) - NAPOLI, 18 OTT - "Il personale precario della sanità
in Campania e a Napoli, assunto per il contrasto all'emergenza
Covid, è alle prese con l'ennesimo, paradossale rischio di
lavorare fino a dicembre e poi di essere mandato a casa. Un
pericolo che c'è, e che va superato in tutti i modi per evitare
la beffa di non poter più utilizzare addetti professionalizzati
e con una esperienza maturata sul campo e ricorrere al tempo
stesso a nuove assunzioni, in ogni caso necessarie ed
indifferibili, con inesperti da formare".
Lorenzo Medici e Luigi D'Emilio, leader rispettivamente della
Cisl Funzione Pubblica della Campania e di Napoli, lanciano
l'ennesimo grido di allarme per il settore. "Grazie alle
mobilitazioni messe in campo in questi due terribili anni dal
movimento sindacale confederale e di categoria, siamo riusciti a
ridurre a 18 mesi il tempo di lavoro prestato al 30 giugno 2022
necessario ai precari per la stabilizzazione. Ora però nasce un
problema che riguarda centinaia e centinaia di lavoratori che
alla data fissata non hanno raggiunto il periodo di servizio
necessario, ma che sono stati ulteriormente prorogati al 31
dicembre dalle aziende sanitarie locali e da quelle ospedaliere.
Chiediamo per essi un provvedimento del Governo che sposti la
data dal 30 giugno a fine anno. Si tratta non solo di un atto di
giustizia, ma anche di necessità".
Medici e D'Emilio sottolineano che la richiesta di un tavolo
regionale avanzata da Cgil, Cisl e Uil per affrontare questo
problema ed uniformare i comportamenti di Asl e Ao non è stata
presa in considerazione dalla Giunta De Luca. "Un ennesimo
errore - dicono i due segretari generali - perché bisogna dar
maggior forza alla richiesta al Governo di intervenire ed
allungare la scadenza per consentire ai tanti precari Covid e
agli altri lavoratori. Compresi quelli con contratti atipici, di
entrare nei ruoli. Va fatto perché in ogni caso bisogna
procedere ad assunzioni per Case ed Ospedali di comunità per la
medicina territoriale, e sarebbe un non senso non avvalersi
delle capacità acquisite sul campo in questi terribili mesi da
tanti lavoratori utilizzati per la lotta all'epidemia. La Cisl e
l'intero movimento sindacale sono fortemente impegnati su questo
obiettivo ed auspicano che le istituzioni locali ai vari livelli
facciano altrettanto per non rinunciare a risorse umane preziose
ed indispensabili per l'apporto di alta specializzazione che
potranno continuare a dare in futuro". (ANSA).