(ANSA) - NAPOLI, 11 NOV - Aveva 47 anni Romeo Colangelo
quando un melanoma metastatico se lo è portato via, lo ha
strappato alla moglie, ai figli, alla sorella Elisabetta, che ha
deciso di condividere quel dolore e metterlo a disposizione
degli altri pazienti e dei loro familiari. E così ha deciso di
avviare una collaborazione con la Fondazione Melanoma, diretta
da Paolo Ascierto, l'oncologo che aveva avuto in cura il
fratello. Collaborazione che si è concretizzata in un vero e
proprio impegno al servizio degli altri malati e delle loro
famiglie.
Oggi, a dieci anni da quei drammatici momenti, Elisabetta ha
voluto ricordare il fratello e l'impegno dei tanti
professionisti, medici e infermieri che con la loro
professionalità e profonda umanità si sono presi cura di Romeo e
della sua famiglia, con una brochure e delle brevi pillole video
che raccontano, con un linguaggio semplice, immediato, anche un
po' leggero, quello che lei e la famiglia del fratello sono
stati costretti a imparare nella loro esperienza.
Usare la testa, rimanere lucidi di fronte ad una diagnosi che è
inevitabilmente spiazzante, affidarsi solo a medici esperti,
diffidando di soluzioni a buon mercato e lasciarsi andare,
confidare e condividere le proprie paure e fragilità: questi
sono i messaggi affidati a una brochure che verrà distribuita in
tutti i reparti del Pascale, nelle farmacie e negli studi medici
di Napoli. Un video di trenta secondi da alcune settimane sta,
invece, girando nelle stazioni del trasporto in ferro di Napoli
e provincia.
"Troppo spesso veniamo subissati da fake news - dice Elisabetta
Colangelo - ancora più spesso pensiamo di trovare la soluzione
ai nostri problemi di salute aprendo Google o rivolgendoci al
solito amico tuttologo. La realtà è un'altra ed è solo
affidandosi a professionisti seri che si può fronteggiarla e
fare in modo che si possa uscire vincitori da una diagnosi
nefasta. Quando ho realizzato questa idea avevo un obiettivo:
lanciare messaggi in cui chi legge possa ritrovare le sue
sensazioni, che sono state le mie, avere la certezza, comunque
vada, di trovarsi nel posto giusto".
La brochure, che non a caso ha il titolo Pillole oncoLOGICHE
#usalatesta, contiene piccoli consigli su cosa fare, ma
soprattutto non fare, quando si riceve una diagnosi oncologica.
"La prima cosa da non fare - dice Paolo Ascierto, direttore del
dipartimento di Melanoma e Terapie Innovative dell'Istituto dei
tumori di Napoli - è sicuramente di non correre a leggere dottor
Internet o di ascoltare il cugino di turno che sa tutto. Come
non bisogna farsi prendere dal panico e se proprio la paura
prende il sopravvento farsi aiutare da professionisti del
settore. Un grazie di cuore a Elisabetta Colangelo che da anni
sostiene la Fondazione e che ha voluto donare al Pascale questo
prezioso strumento che non ci salva la vita, ma aiuta ad
affrontare meglio la malattia". (ANSA).