(ANSA) - MILANO, 14 OTT - Una cucina senza separazione con la
sala da pranzo. Ma soprattutto, con l'eco dei piatti della
nonna, che in siciliano si chiama Mammarà". Le polpette, ad
esempio, e una memoria che esplode soprattutto nel ripieno dei
tuffoli: uvetta, finocchietto selvatico: un concentrato di
meravigliosa opulenza che distilla in un solo piatto la
dominazione araba e il rinascimento siciliano.
Un'isola a tutto tondo quella tradotta in cucina chef patron
Matteo Casamichela, coadiuvato dal restaurant manager Christian
Busca. Mammarà ha tutte le carte in regola per diventare una
meta simbolo: una successione di piatti che alternano visioni
contemporanee a gusti che trascinano il palato nel cuore della
memoria e del sole che, in estate, brucia l'isola.
Il cuoco-genio sa giocare sui decimali, rendendo profondi nel
gusto anche elementi delicati, con un gioco preciso soprattutto
tra gli elementi dolci che sa spingere al massimo di quanto
consentito dai confini del garbato: la tartare di gamberi, mango
e basilico vale il viaggio. Un grande risotto al nero di seppia,
mentre nella zuppa di pesce (tra i piatti migliori) entrano in
gioco tanti elementi: un po', anzi, molta Francia è una vaniglia
che non teme di far riecheggiare addirittura una nota di
biscotto. Tante note dolci che trasportano su dessert grandiosi:
"Forza", altro capolavoro, si risolve in un mix tra cheesecake e
créme brulée e nasce da un'intuizione della figlia Marialaura,
dieci anni appena. Il futuro, anche generazionale, è una
certezza. (ANSA).
Mammarà, il genio di Casamichela (e dei ricordi della nonna)
Tra memoria e glamour, porta a Milano la migliore Sicilia golosa
