(ANSA) - ROMA, 30 GIU - "Positiva sicuramente la decrescita,
ma non può essere di certo sottostimato il fenomeno delle tante
mancate denunce da parte dei lavoratori precari, come anche dei
lavoratori che non rientrano tra la popolazione assicurata
Inail, così anche in base alle molte patologie che ancora non
vengono riconosciute", commenta la Cisl, con il segretario
confederale Angelo Colombini, sui dati Inail sull'andamento
delle denunce di malattia professionale "che registrano una
diminuzione, dovendoli confrontare con quelli del 2019 e sapendo
che gli anni a seguire riflettono una condizione straordinaria
data dal periodo pandemico".
"Inoltre - aggiunge - a rendere il dato comunque inaccettabile,
è il permanere ai primi posti delle denunce riferite alle
medesime patologie da anni, quali le patologie del sistema
osteo-muscolare e dell'orecchio, oltre ai tumori e le malattie
del sistema respiratorio. Danni che potrebbero essere ormai
evitati da una prevenzione mirata con dispositivi di protezione
specifici e valutazione dei rischi adeguata. Per questo il
presidio nelle aziende deve rimanere serrato e la collaborazione
tra gli attori della prevenzione deve consolidarsi soprattutto
tra Rspp e Rls/Rlst". "Insostituibile, quindi- sottolinea il
dirigente sindacale - il ruolo del sindacato in ogni contesto
lavorativo con le specifiche rappresentanze". (ANSA).