(ANSA) - ROMA, 01 DIC - Nel 2020, anno nel quale è
scoppiata la pandemia da Covid, sono statati necessari 122,72
miliardi per la spesa sanitaria, 144,76 per l'assistenza sociale
e altri 11,3 per il welfare degli enti locali. Un conto totale
di 278,78 miliardi che viene finanziato attingendo alla
fiscalità generale: a queste sole tre voci di spesa -
sottolineano Itinerari previdenziali e Cida - sono state
destinate nell'anno tutte le imposte dirette Irpef, addizionali,
Ires, Irap e Isost e anche oltre 50 miliardi di imposte
indirette. Una differenza che si è ridotta negli anni successivi
con l'aumento delle imposte dirette collegato alla ripresa
economica dopo il Covid (da circa 226 miliardi del 2020 a 253
nel 2021 e a 263 stimati per il 2022) maggiore della crescita
della spesa sanitaria (da 278 miliardi nel 2020 a 283 nel 2021 e
288 nel 2022).
. Dall'Osservatorio emerge una riduzione del reddito per
tutti gli scaglioni mentre il carico fiscale, a propria volta
calato in valori assoluti, rimane sostanzialmente invariato:
insomma, un numero sempre più esiguo di contribuenti paga sempre
di più. «C'è una differenza tra le classi - ha spiegato il
Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali Alberto
Brambilla -troppo marcata e destinata ad acuirsi per effetto dei
recenti provvedimenti che aumentano importo e platea dei
destinatari di bonus e agevolazioni varie. Giusto aiutare chi ha
bisogno ma i nostri decisori politici tendono a trascurare come
queste percentuali dipendano in buona parte da economia
sommersa, evasione fiscale e assenza di controlli adeguati, per
le quali primeggiamo in Europa: è davvero credibile che oltre la
metà degli italiani viva con meno di 10mila euro lordi l'anno?».
"C'è un costante trasferimento di ricchezza, sotto forma di
servizi gratuiti di cui quest'enorme platea di beneficiari non
si rende neppure conto - dice Brambilla - davanti alle ripetute
promesse di nuove elargizioni da parte della politica e alla
continua minaccia di abolizione delle tax expenditures per i
redditi da 35mila euro in su, trascurati persino dal virtuoso
governo Draghi. Redditi che peraltro sono lordi, e non certo da
ricchi". (ANSA).