(ANSA) - MILANO, 31 AGO - Un quarto di "miele lombardo in
meno", ma con punte anche maggiori, fino al 40%: dipende da zona
e varietà. Certo è che il "clima amaro" dell'estate 2022 si è
abbattuto sulla produzione più dolce dell'agricoltura regionale.
Con le fioriture estive bruciate dal caldo e le api costrette ad
allungare i voli per trovare un po' di nutrimento, gli effetti
erano prevedibili e si sono concentrati soprattutto sulle
varietà successive all'acacia (miele e tiglio per il nord
Lombardia). L'estate calda ha anticipato il calendario, con
fioriture anticipate e gli apicoltori costretti ad alimentare
artificialmente le api negli alveari già in agosto.
Al fattore-siccità si aggiunge quello dei costi delle materie
prime. Come rimarca Coldiretti Lombardia, oltre alla spallata
del clima i "pastori delle api" devono fare fronte anche
all'esplosione dei costi per le tensioni internazionali generate
dalla guerra in Ucraina: dai vasetti di vetro alle etichette,
dai cartoni al gasolio. In Lombardia ci sono 156 mila alveari
curati da circa 9.600 apicoltori dei quali il 60% sono hobbisti
che producono per autoconsumo. Il miele lombardo è campione di
biodiversità, con decine di varietà prodotte e una Dop, il miele
Varesino (monofloreale di acacia). (ANSA).
La siccità si è mangiata anche il miele lombardo
Produzione in calo del 25%, con punte fino al 40%
