(ANSA) - PERUGIA, 20 GEN - "Affidarsi all'affido familiare" è
il tema al centro del laboratorio dedicato all'infanzia e
all'adolescenza e che ha chiuso a Perugia, la terza campagna di
formazione e comunicazione istituita dalla Regione Umbria e
dalla Garante regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza,
realizzata in collaborazione con la Scuola umbra di
amministrazione pubblica. Intitolata quest'anno "Tuteliamo la
tutela dei minori".
Un percorso che si inquadra - spiega Palazzo Donini -
all'interno della cornice delle celebrazioni per la Giornata
mondiale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e che
sappia promuovere un modello regionale in materia di affidamento
familiare. È in programma già dal prossimo 27 gennaio, un
laboratorio formativo dedicato agli operatori del settore
realizzato a Villa Umbra, sede della Scuola, che avrà un duplice
obiettivo: da un lato di uniformare le metodologie di lavoro
multidisciplinare in tutte le zone sociali e rendere più
efficaci gli interventi di presa in carico delle famiglie;
dall'altro, di comunicare, sensibilizzare e promuovere la scelta
dell'affido affinché si arrivi all'obiettivo di una maggiore
disponibilità da parte di potenziali famiglie e single ad
accogliere uno o più minori fuori famiglia.
Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti delle
istituzioni comunali, regionali e ministeriali, la giornata
formativa è stata condotta da Stefano Ricci, sociologo ed
esperto del settore, che ha illustrato il punto di ri-partenza
della progettazione dei percorsi di affido del tavolo
ministeriale sulle linee di indirizzo dell'affidamento
familiare. A seguire Lorella Mercanti, avvocata, ha presentato
un excursus legislativo relativo all' affido familiare.
Durante il secondo panel, Serena Franchi (Istituto degli
Innocenti) ha offerto una panoramica sui numeri e i dati che
riguardano l'attivazione dei percorsi di affidamento familiare
su tutto il territorio nazionale. Nello specifico, in Umbria
sono attualmente 199 (dati aggiornati a dicembre 2020) i minori
in affidamento: il 58 per cento sono maschi e il 42 per cento
femmine. Il 51,7 per cento degli affidi sono di natura extra
familiare, mentre per il restante 48,3 per cento si tratta di
affidi intra familiari. In Umbria, oltre il 21 per cento dei
minori coinvolti in progetti extra familiari restano in affido
per più di quattro anni.
Durante l'ultima sessione, sono stati presentati tre modelli
progettuali di affido familiare: il primo, illustrato da Ivan
Cattaneo del Pio Monte della Misericordia Napoli e da Girolamo
Staltari del Ceis Modena, che si sono focalizzati su progetti di
affido culturale. I secondi due modelli arrivano dalla Toscana,
con l'esperienza del Centro Affidi del comune di Livorno,
presentato da Margarita Soledad Assettati, psicologa e
psicoterapeuta, e del Centro Affidi della Zona Fiorentina
Sud-Est, illustrato dall'assistente sociale Linda Cardinale. A
seguire, il racconto di due esperienze di affido da parte di una
donna single e una famiglia provenienti da due diverse zona
dell'Umbria e la proiezione del video-spot realizzato dalla
Scuola umbra di amministrazione pubblica. Un prodotto
multimediale che sarà utilizzato per una specifica campagna di
sensibilizzazione sul tema e che accompagnerà il processo di
ristrutturazione dei centri affidi delle zone sociali umbre.
"La giornata di oggi - spiega Susanna Schippa,
dell'Assessorato alle Politiche sociali della Regione Umbria -
chiude un primo percorso di studio e conoscenza che lega il tema
dell'affido a quelli affrontati in precedenza, ovvero l'adozione
e la tutela dei minori per prevenire l'istituzionalizzazione.
Una azione coordinata, già iniziata da alcuni anni con
l'esperienza regionale dei due cantieri sulla tutela dei minori,
e che porterà alla revisione della carta dei servizi e alla
rimodulazione di modelli operativi e organizzativi da
condividere in tutte le zone sociali della Regione. L'obiettivo
è di mettere in campo un modello che deve tener conto della
formazione e organizzazione dei percorsi di residenzialità,
della valutazione delle competenze genitoriali e di un
potenziamento dell'operatività sui temi dell'adozione e affido
da parte degli operatori. Un percorso non più rinviabile che la
Regione vuole coordinare, integrare e potenziare per raggiungere
una maggiore capacità di lavoro multidisciplinare e il più
possibile condivisa per il supremo interesse dei minori".
(ANSA).
Laboratorio Scuola umbra pa su Affidarsi a affido familiare
Ha chiuso campagna formazione e comunicazione della Regione
